Il Passatore sorride agli astigiani, “domato” da Simonelli, Bellia e Remondino
L’emozione è la parola che accumuna tutti i finisher del Passatore, la temutissima 100km da Firenze a Faenza, passando per l’Appennino, la regina delle Ultra maratone. E quest’anno il Passatore torna a raccontare storie di astigiani che ce l’hanno fatta. I racconti sono emozionanti, i sorrisi ancora di più.
Dell’ultimo Passatore segnaliamo l’impresa dell’astigiana-genovese Stefania Simonelli, tesserata per il ligure Team Casa della Salute, che ha chiuso al quinto posto della classifica femminile in 9h19’04” vincendo il trittico di Romagna, composto dalla Maratona del Lamone, la 50 km di Romagna e il Passatore, quella di Marco Remondino, della Gate Cral Inps, arrivato al traguardo con il tempo di 12h41’31” e con il solo allenamento per la maratona, la cui distanza non copre neppure la metà del Passatore! “E’ stata la sua fede calcistica granata a farlo riuscire nell’impresa” commenta scherzosamente il compagno di squadra e portavoce della Gate Cral Inps, Giulio D’Aloi.
E poi c’è la storia di Patrizia Bellia, 59enne – non è elegante normalmente scrivere l’età delle signore ma la sua rende ancora più merito a quello che ha fatto – che corre da circa 10 anni, anche lei con la canotta della Gate Cral-Inps. “La mia carriera da plurimaratoneta si è trasformata nel tempo fino a diventare un’ultramaratoneta – ci racconta dopo aver realizzato il suo sogno di correre e concludere il Passatore, “sfuggito” per due anni per via della pandemia.
“Dopo 6 mesi di allenamento intensivo finalmente sabato 21 maggio ero in Piazza del Duomo a Firenze insieme a migliaia di anime. – così Patrizia, per gli amici Patty, ritorna al pomeriggio di sabato scorso e a leggere il suo racconto sembra di correre insieme a lei – La gara è stata dura, il dislivello è elevato e il caldo torrido mi ha immediatamente colpito sulla prima salita. Ma i ristori erano frequenti così come le doccette rinfrescanti qua e là che piano piano sono arrivata nel tratto più bello della corsa, in mezzo ai boschi, nel centro degli Appennini per affrontare l’ultima salita, 17km ininterrotti di tornanti con pendenze notevoli. Giunta al Passo Colla, GPM a 913mt è arrivata anche la notte, con l’agognata frescura. Il più era fatto ma la lunghissima discesa verso Brisighella si è rivelata assai impegnativa. Spesso ho spento la lampada frontale per godermi lo spettacolo della notte, il cielo era pieno di stelle. Respiravo a pieni polmoni, stavo facendo la cosa che più amo al mondo in un luogo da fiaba. Affrontato e poi risolto un dolore continuo al fianco avevo davanti a me l’ultimo tratto di pianura, 30km di straordinaria bellezza perché l’alba era ormai prossima. I ristori erano sempre più forniti di autentico comfort food, dal brodo caldo al caffè, a pane e Nutella. Il tifo era in aumento anche se per tutta la gara, in ogni paesino attraversato, ho avuto incoraggiamenti da parte di tutti, gli applausi degli ultimi km sono stati determinanti per arrivare fino in fondo. Quando il sole è apparso nel cielo con la sua prepotente bellezza mi è apparsa Faenza. Il mio sogno si stava avvicinando. Il mio cuore si è aperto. La mia famiglia e la comunità di ultramaratoneti di cui faccio parte erano lì ad aspettarmi.”
Patty ha attraversato il traguardo “incredula, felice ed emozionata” dopo 15h11’35”. “Avevo appena corso 100km, ero finisher del Passatore. Orgogliosa di me e di non aver mai mollato.”
E solo chi corre può capire il significato di queste imprese personali, che vanno al di là del mero risultato sportivo.