“Un meteorite è caduto sullo sport astigiano”

4 ottobre 2020 | 16:50
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“Un meteorite è caduto sullo sport astigiano”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della società ASD PlayAsti.

Il 25 luglio Mauro Berruto lo aveva previsto in un post diventato virale (che vi invitiamo a leggere sul nostro sito http://www.playasti.it/2020/10/04/il-post-di-mauro-berruto/) e puntualmente si è avverato: un meteorite è caduto anche sulla nostra città.
Proviamo a spiegare sinteticamente in cosa consiste il meteorite: il meteorite nasce da un contorto meccanismo politico e da un tam-tam di responsabilità che sta costringendo migliaia di giovani, non solo ad Asti, all’inattività quasi totale provocando di conseguenza la morte delle società sportive.

Il 3 luglio il Governo emana un decreto che regola chiaramente l’apertura delle palestre scolastiche specificando che “Le competenze degli enti locali nella concessione delle palestre e di altri afferenti alle istituzioni scolastiche di competenza”.
Nel frattempo vengono emanati dal MIUR i protocolli per la sanificazione dei locali scolastici ivi comprese le palestre, ai quali i gestori e le società sportive devono attenersi: ma questo non rappresenta un problema perché i dirigenti sportivi hanno già contattato aziende specializzate, comprato sanificatori e materiali per l’igienizzazione, pronti a partire.
Qui la macchina si inceppa: il Comune e la Provincia attendono l’approvazione dei dirigenti scolastici, i dirigenti scolastici attendono l’approvazione del consiglio di istituto… Sta di fatto che da quel 3 luglio sono passati 3 mesi e nessuno ha ancora autorizzato l’apertura degli impianti nonostante il forte interessamento delle istituzioni (il nostro Sindaco in primis) e soprattutto nonostante la normativa sia molto chiara e consenta l’utilizzo dei locali palestra in orario extrascolastico.

A testimonianza di quanto sopra, nel vicino comune di Chieri (comune che accoglie anche le squadre del Club76-PlayAsti) i dirigenti scolastici hanno deliberato l’apertura degli impianti al primo consiglio d’istituto (come dovrebbe avvenire e come avviene da sempre) e l’amministrazione ha anche acquistato i sanificatori ad ozono che garantiscono l’igienizzazione dell’impianto sportivo.
Tra pochi giorni le federazioni e gli enti di promozione emaneranno i calendari dei campionati ma la Play Asti, come altre realtà sportive del territorio, non potrà iscriversi: ad Asti solo il Palagerbi è stato concesso dal Comune, ma 9 ore settimanali per 300 atlete non sono ovviamente sufficienti a garantire la sopravvivenza della società. Ad oggi sono chiuse le palestre del Liceo Scientifico e del Giobert (in capo alla Provincia), della Baussano e della Brofferio (in capo al Comune) e le ore delle poche palestre utilizzabili (Rio Crosio, Jona, dalla Chiesa) non sono state distribuite equamente tra i diversi sodalizi astigiani.
Infine ricordiamo che la nostra prima squadra che milita nel campionato Nazionale di serie B inizierà ufficialmente il 7 novembre e Asti ha già dovuto rinunciare ad ospitare le partite casalinghe.

Vogliamo però evidenziare un problema più grande, che non è solo rappresentato dalla morte dei campionati e delle società sportive, ma soprattutto dall’inattività fisica a cui sono costretti milioni di giovani e di bambini con conseguenti danni per la salute inimmaginabili o meglio calcolabilissimi: in questo modo ci ritroveremo ad affrontare una nuova pandemia fatta di giovani depressi, obesi, pigri… E la sanità pubblica non riuscirà a sopperire a tutte le richieste di aiuto.
La colpa alla fine ricadrà sui Consigli d’Istituto, ultimo anello di una catena che non riconosce l’importanza del movimento sportivo… Perché in Italia un colpevole è sempre necessario.
Ed è così che dalla prossima settimana la nostra società (e tutte le società sportive che vorranno unirsi) aderirà alla Campagna “IO MI ALLENO IN PIAZZA”.
Gli allenamenti della PlayAsti si svolgeranno quindi in Piazza San Secondo, per le strade e le piazze della nostra città, ogni giorno a partire dalle ore 16,00 di mercoledì 7 ottobre.
Vi aspettiamo!!!
Il nostro non è un grido di protesta ma un grido di aiuto.