Esports e calcio professionistico: a che punto siamo?

4 luglio 2020 | 09:16
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Esports e calcio professionistico: a che punto siamo?

Parlare di Esports come se fosse una novità, nel 2020, è scorretto. È più giusto parlare di un mercato già vivo e in costante ascesa, che fattura numeri da capogiro e che andrà sempre crescendo.

Con Esports intendiamo le competizioni agonistiche di videogiochi. Parliamo di eventi già noti da alcuni decenni, ma che solo con l’esplosione del web 2.0 e con Internet veloce ha conosciuto uno sviluppo enorme.

Gli Esports sono competizioni che riguardano sia videogiochi come FPS (sparatutto in prospettiva) che MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Play Gaming) e giochi sportivi come Fifa e Pes; gli Esports sono dunque una ramificazione del gaming sul web, accanto ai videogame non “sportivi” in senso stretto, ma che prevedono comunque tornei (come Fortnite), ai casinò online e al poker sportivo, che ugualmente è caratterizzato da una miriade di competizioni online e che, negli ultimi anni, ha conosciuto cambiamenti notevoli.

Se pensiamo al successo clamoroso di giochi come il già citato Fortnite, League of Legends, Dota e Call of Duty, abbiamo la percezione del fenomeno: milioni di giocatori e spettatori e montepremi faraonici. Basti solo pensare che entro il 2022 i fan degli Esports potrebbero raggiungere la quota di 643 milioni in tutto il mondo, per ricavi che, sempre entro il 2022, potrebbero toccare quasi i due miliardi di dollari annui.

Un mercato così ricco non poteva lasciare indifferente il mondo del calcio professionistico. Tra eSerie A, eEuro2020, eNations Cup e via dicendo, sia le squadre di club che le leghe professionistiche hanno ben compreso il valore del mondo degli Esports, soprattutto per i possibili introiti derivanti dal partecipare ai tornei – o dall’organizzarne di propri – benefici spendibili anche in termini di visibilità a livello mondiale.

Le prime squadre italiane a muoversi, come ci racconta il giornalista sportivo Gianluca di Marzio, non sono state le big: Sampdoria, Genoa ed Empoli hanno infatti anticipato gli altri club del nostro campionato. Juventus, Inter, Roma, tra le altre, si sono comunque mosse e hanno costituito i propri team di Esports. La Juventus, per esempio, dopo aver stretto un accordo con la Konami ha ingaggiato Ettore Giannuzzi, uno dei migliori giocatori di Pes (Pro Evolution Soccer) al mondo.

L’Inter, invece, ha stretto una partnership con QLASH, fondato da Luca Pagano e Eugene Katchalov, uno dei team di Esports più noti del nostro paese; la Roma, invece, ha un accordo con Fnatic, brand di Esports fondato nel 2004.

Nemmeno i calciatori si sono fatti sfuggire la possibilità di investire negli Esports. Il difensore del Barcellona Gerard Piqué, nel 2018, ha lanciato la eFootball Pro League di Pes; Ronaldo il fenomeno, ha investito nel team brasiliano di League of Legends (videogioco del genere strategico MOBA), mentre De Rossi e Florenzi hanno investito nel team Esports Mkers, partner anche di Armani Exchange.

In un contesto così florido, non poteva mancare il campionato di Serie A eSerie A TIM, nato in collaborazione con Infront e PG Esports. Il torneo, che ha subito quasi subito una brusca interruzione, era inizialmente aperto a tutti i videogiocatori: solo i più bravi hanno potuto partecipare alle fasi finali del torneo, scelti in un draft dalle squadre per affiancare il “top player”, ossia il giocatore professionista. Il campionato prevedeva una prima fase a gironi e, in seconda battuta, i playoff.

Luigi de Siervo, AD della Lega Serie A, a suo tempo manifestò tutta la sua soddisfazione: “Gli Esports sono un fenomeno in crescita ed espansione, rappresentano uno dei settori chiave dello sport business. Grazie alla eSerie A TIM coinvolgeremo un target sempre più ampio, avvicinando le nuove generazioni”.

La prima eSerie A, messa in pausa quasi subito, si è conclusa da qualche settimana con una “Royal Rumble” vinta dal Cagliari, che in finale ha avuto la meglio sul Verona. In attesa della prossima stagione, che comincerà con le nuove release di Fifa 21 e Pes 21, possiamo dire che il calcio professionistico si sta espandendo: dai campi di gioco alle console da videogioco.