Marco Caccialupi: “ Situazione attuale? Molto difficile, ma con l’aiuto di tutti supereremo questo momento”

28 aprile 2020 | 13:05
Share0
Marco Caccialupi: “ Situazione attuale? Molto difficile, ma con l’aiuto di tutti supereremo questo momento”

Il binomio tra Marco Caccialupi e l’Orange va avanti da dodici anni e la voglia di crescere e di vincere è quella del primo giorno in cui è arrivato, quando insieme ai suoi collaboratori ha preso in mano la supervisione del settore giovanile del quale è tuttora responsabile.

Per la cronaca con la prima squadra 1 scudetto, 2 Winter Cup, 2 coppe Italia e col settore giovanile svariati riconoscimenti regionali e nazionali, tra cui figurano 1 Coppa Italia U21, 1 titolo allievi nazionale e uno Juniores.

Attualmente il sodalizio di Piergiorgio Pascolati disputa il campionato di serie B, programmato a inizio anno come ogni altra stagione, ovvero con la filosofia di fare crescere giovani atleti della città e di dar loro modo di sfondare nel mondo del futsal.

Marco, anche voi avete dovuto chiudere i battenti a causa di questo virus. Ci sono aggiornamenti da parte della Federazione?
Purtroppo no. Passiamo giornate a telefonare ai veri addetti ai lavori, però come si evince dai telegiornali di sicurezze ce ne sono poche. La mia sensazione è che per la stagione corrente non ci sia più nulla da fare, almeno finché avranno questa dimensione i dati che ci vengono quotidiamente forniti. Il mio augurio è che ci siano le condizioni migliori per garantire la salute di tutti nel campionato 2020-21.

In merito a questo momento di incertezza, ti aspetti un supporto economico alle società da parte degli organi federali?
Questo è proprio il punto da discutere perché la parte più difficile sarà la ripartenza dell’attività sportiva. In questo periodo in cui non ci sono entrate dagli sponsor, le realtà sportive del territorio hanno bisogno di qualche certezza per il futuro, e non parlo solo del mio sport. Tutti gli organi competenti, dal CONI alle Federazioni regionali e locali insieme possono essere utili per il rilancio dello sport, tenendo conto di quanto le società siano sempre più importanti nel sociale con le rispettive iniziative.

Parlando del campo, voi al momento occupate la quarta piazza nel campionato di serie B, puntando a valorizzare i giovani della vostra ”cantera”. Come giudichi la loro stagione?
Abbiamo affrontato questa nuova realtà con curiosità ma anche con consapevolezza, visti i risultati ottenuti negli ultimi anni. L’inesperienza come spesso accade quando si parla di giovani la fa da padrone, infatti a inizio stagione siamo stati vittime di rimonte subite, ma col passare del tempo i ragazzi, i quali ci tengo a dire si sono sempre allenati benissimo, supportati da un grande staff tecnico, si sono piano piano ripresi e partita dopo partita hanno acquisito fiducia e identità di squadra. L’ultima partita disputata è l’emblema della maturità acquisita dal gruppo, con la vittoria per 14-1 nei confronti del Real Cornaredo, compagine sopra di noi in graduatoria.

Gli obiettivi del vostro settore giovanile?
Gli obiettivi sono rimasti pressoché gli stessi. Sicuramente sono cambiati gli scenari ma tante figure del passato sono rimaste. Abbiamo cominciato a fare settore giovanile nel 2008 e da allora si è cresciuti molto, basta pensare che fino a qualche anno fa non superavamo il centinaio di atleti mentre ora siamo 250. Abbiamo gruppi veramente interessanti, ti cito 2006 e 2007 che sono ragazzini che in prospettiva possono arrivare alla nostra prima squadra, ovviamente ognuno attraverso i percorsi che vanno fatti a quell’eta’.

In questi periodo lontano dal parquet avrai avuto modo di guardare vecchie foto e goderti i ricordi. Qual è stato il tuo momento più bello in Orange e quale il più brutto?
Ce ne sono tanti di ricordi belli ma dovendo scegliere ti dico lo scudetto Allievi del 2016, arrivato al termine di un lungo lavoro dei ragazzi di Gabriele Penna, figlio dei fondatori di questa società Sandro Penna e Maria Cristina Truffa. Ci tengo molto a quello scudetto perché ero in panchina in quell’annata e per me da Responsabile del Settore giovanile poter gioire del primo titolo nazionale coni giovani è stato fantastico.

Non hai citato lo scudetto 2016 della prima squadra.
Perché quel momento merita un discorso a parte. Il momento della vittoria del tricolore viaggia di pari passo con la pagina più brutta dal punto di vista sportivo della nostra storia recente, vale a dire la serie D nella stagione 2016-17. Siamo però ripartiti con grinta e programmazione, tenendo i capisaldi della società. Dopo tre anni posso dire che siamo tornati a un palcoscenico di tutto rispetto e con un settore giovanile sempre più forte.

Sono passati anche tanti campioni al Palasanquirico. Ti senti ancora con alcuni?
Si sì ci sentiamo sfruttando i social. Sono passati grandi personaggi, da Lima a Ramon, il quale sarebbe venuto quest’anno come testimonial della festa dello sport organizzata dalla FIGC provinciale, passando per Torrás e tanti altri. La cosa più bella conoscendoli di persona è la loro riconoscenza ad Asti; tutti sono d’accordo nel dire quanto si siano trovati bene a livello affettivo nella nostra città.

In una recente diretta Instagram tra Vieri e Maldini, ho colto un passaggio che mi ha colpito molto da parte dell’ex capitano rossonero, ovvero di come nonostante le molteplici vittorie ottenute abbia il rimpianto di aver perso tante finali. Possiamo collegare lo stesso pensiero all’Orange?
Sono assolutamente d’accordo. Ti dico che almeno un paio di scudetti in più in bacheca avremmo potuto ottenerli. Lo scudetto 2016 è arrivato forse un po’ inaspettato perché c’erano obiettivamente squadre più forti di noi mentre nei due o tre anni in cui a detta di molti eravamo il team più forte non siamo riusciti a portare a casa il tricolore. Va detto che vincere non è mai facile e non è matematico.

In conclusione, fin dove si può ancora spingere questa squadra?
Da quando abbiamo ripreso il cammino in serie D abbiamo sempre voluto fare un passo alla volta e quindi guardiamo al momento attuale. Ora l’augurio più grande è la salute delle famiglie, che stiano tutte bene e che si possa tornare al più presto a festeggiare e gioire nel nostro palazzetto perché vederlo vuoto fa davvero male.