Beppe Basso saluta gli sportivi astigiani: “Molto è stato fatto, ma molto si dovrà ancora fare”

IL PALAZZETTO DELLO SPORT
Il palazzetto dello sport ha una storia trentennale e la nostra città ne è ancora sprovvista se si esclude il Palasanquirico nato come palestra scolastica e poi intelligentemente ampliato con una capienza però di circa 800 posti.
Al di là di pareri contrastanti sulla domanda “un palasport serve o non serve ad Asti?” è bene precisare che ormai siamo giunti a un punto di non ritorno e il palasport si dovrà fare pena la perdita e la restituzione di denaro pubblico per circa 3.000.000 di euro.
Questa amministrazione è stata capace di mettere insieme i finanziamenti provenienti dal vecchio progetto, dal credito sportivo e dai fondi delle periferie grazie ad un paziente lavoro condiviso con il Ministero che alla fine ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio Comunale ha poi approvato la transazione con la ditta che aveva vinto il precedente bando del Palazzetto di Corso Casale (con cui c’era una causa in corso) sbloccando una situazione critica che si protraeva da anni e che era fondamentale per poter procedere alla costruzione del nuovo impianto.
In sintesi i soldi necessari per la costruzione di un nuovo palazzetto ci sono, un palazzetto che dovrà avere 2500 posti, che sarà posizionato in Piazza d’armi (perché parte dei finanziamenti sono vincolati a quell’area) e che dovrà essere realizzato nella sua fase esecutiva con un progetto definitivo che a mio parere dovrà prioritariamente essere un progetto sostenibile dal punto di vista gestionale.
Sarà quindi compito della nuova amministrazione istituire il bando per la presentazione del progetto definitivo e la successiva realizzazione dell’impianto che potrebbe vedere la luce in pochi anni.
IL RISPETTO DELLE REGOLE
Nonostante non sia stata data ampia comunicazione è importate che le società sportive siano a conoscenza del fatto che questa amministrazione ha cercato di far rispettare i piani di rientro delle associazioni debitorie verso il Comune (in poche parole: mancato pagamento delle fatture delle palestre) anche arrivando ad escludere le società debitorie dall’uso degli impianti comunali.
Questo nel rispetto di tutte le società sportive che con grande puntualità e a volte con grande sacrificio hanno sempre rispettato le regole e le normative amministrative.
LA RESPONSABILITA’ ETICA DELLE SOCIETA’ SPORTIVE
Come ho lodato le tante società sportive per il loro impegno e il loro rispetto del bene comune, devo purtroppo evidenziare una mancata assunzione di responsabilità da parte di alcune associazioni. In questi anni purtroppo si sono verificati episodi molto spiacevoli all’interno delle palestre comunali: atti vandalici, mancato rispetto dei regolamenti comunali e delle attrezzature sportive, oltre all’utilizzo improprio delle strutture.
In alcuni casi siamo riusciti ad intervenire in altri non si è mai trovato un responsabile: credo però che i dirigenti e gli allenatori rivestano un ruolo importante non solo nel controllo del comportamento dei propri atleti ma anche nell’insegnamento di quei valori etici e di educazione civica che dovrebbero contraddistinguere il mondo sportivo.
Ritengo che le palestre comunali siano un bene “comune” che va SI mantenuto dall’amministrazione comunale ma va conservato e rispettato da tutti siano essi atleti che allenatori o genitori.